Il distretto dell’occhiale

Fiore all'occhiello per l'Italia conosciuto in tutto il mondo
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distretto dell'occhiale bellunese

il cuore dell'occhialeria italiana

Il distretto dell’occhialeria italiana è situato in Veneto, nel nord est della penisola. Geograficamente copre tutta la provincia di Belluno e l’alto Trevigiano. Il Cadore, gemma nascosta tra le montagne, ne incarna l’eccellenza. Quando chiedi dove viene prodotto un occhiale di alta qualità, due volte su tre troverai conferma che è nato in un’azienda del distretto cadorino. Infatti proprio tra Belluno e Treviso si concentra il 70% della produzione italiana degli occhiali.

Perchè il distretto si è sviluppato proprio in una zona poco accessibile e dalle risorse limitate?

una storia di declino e rinascita

Il contesto in cui prende vita l’impresa titanica di Angelo Frescura è piuttosto curiosa. Ci troviamo in una situazione deprimente per l’Italia: tra il 1800 e il 1870 non esiste più una sola fabbrica di occhiali.

Per capire il perché dobbiamo fare un veloce salto indietro nella storia. I custodi dei segreti della molatura delle lenti sono proprio i mastri vetrai della Repubblica di Venezia. Si narra che proprio gli artigiani dell’isola di Murano siano i veri inventori delle lenti graduate, gli unici al mondo che hanno plasmato il vetro in ogni sua forma e dimensione. Purtroppo l’invasione di Napoleone causa nel 1797 la caduta della Serenissima. I francesi bloccano i commerci e le botteghe dei mastri occhialai chiudono dopo centinaia di anni di fiorente attività. Il declino dell’artigianato veneziano apre un vuoto nel settore dell’occhiale.

le grandi svolte non hanno geografia

La svolta parte proprio dalla zona meno industrializzata d’Italia. Il protagonista è Angelo Frescura, un giovane ambulante di chicaglierie e materiale ottico importato da Francia e Germania. Nel 1868 stanco di continuare a trasferirsi, apre a Padova una bottega con il materiale che commercia da ambulante.

Nella mente continua a rimbalzare un’idea che non lo fa dormire la notte. Non si rassegna all’idea che l’Italia importi solo occhiali dall’estero. Sogna di ridare all’Italia la sua identità nell’occhialeria. Con una tenacia invidiabile a Calalzo di Cadore inizia così il lavoro di montaggio lenti da lui molate su occhiali metallici di importazione.

Angelo Frescura: visionario e pioniere

15 marzo 1878

NASCE L'OCCHIALERIA BELLUNESE

Angelo Frescura firma il contratto di stipula della società con il fratello Leone e Giovanni Lozza. I tre si suddividono dettagliatamente i ruoli: Angelo si fa carico del finanziamento e rappresenta il sostenitore del progetto. Giovanni si occupa della costruzione delle macchine e Leone è codirettore e coordina gli operai della fabbrica.

Purtroppo nel 1886 Angelo Frescura muore e la fabbrica viene ceduta alla società milanese “Colson, Bonomi e Ferrari”. Nonostante l’inaspettato colpo, Giovanni Lozza non perde l’entusiasmo e costruisce una piccola officina a Calalzo posando il primo mattone di quella che diventerà l’azienda Lozza. La ditta Lozza è ufficialmente costituita nel 1920 e si specializza nella costruzione di montature in celluloide grazie al determinante contributo di Calisto Fedon.

La società “Colson, Bonomi e Ferrari” si disgrega rapidamente, ma il giovane Ferrari continua nell’audace impresa di riportare l’occhialeria in Italia. Ha una tale forza di volontà che in pochi anni porta l’azienda su un nuovo livello. Inventa macchine per la fabbricazione di montature, inizia a prodursi astucci e scatole per gli occhiali, dota lo stabilimento di energia elettrica e conseguentemente apre il primo impianto di galvanoplastica. Gli enormi sforzi non convincono però gli azionisti milanesi e Ferrari decide di abbandonare la direzione della società.

Enrico Ferrari: instancabile lavoratore
Ulisse Cargnel

Questa viene rilevata da un ex dipendente, Ulisse Cargel che mette in campo ogni possibile strategia per rendere l’azienda indipendente dall’importazione di occhiali. Intraprende numerosi viaggi all’estero per studiare e apprendere tecniche di lavorazione strategiche. Dà inizio alla fabbricazione di lenti e costruisce le prime montature di celluloide, dedicando un intero reparto diretto da Calisto Fedon.

La Prima Guerra Mondiale infierisce un duro colpo e per la ripartenza, dovendo affrontare enormi spese, Ulisse è costretto ad indebitarsi. Purtroppo la liquidazione dallo stato italiano per i danni di guerra è assolutamente esigua e Ulisse dichiara il fallimento nel 1932.

L’azienda passa in mano ad un nuovo proprietario, il grande Guglielmo Tabacchi. Tabacchi restituisce vita all’azienda e la trasforma in un faro di innovazione del panorama prima locale e poi mondiale. Stiamo parlando proprio di SAFILO.

unione e coesione nella diversita'

Nel secondo dopoguerra abbiamo una veloce diffusione dei prodotti italiani grazie già all’indiscussa qualità riconosciuta da tutti i mercati. Negli anni ’50 le realtà di piccole e medie industrie crescono in modo esponenziale. Il meccanismo che porta alla naturale nascita del distretto dell’occhiale è piuttosto semplice, ma per nulla scontato. In queste zone di montagna del Veneto tutti gli imprenditori lavorano duramente per un fine comune, senza mai conflitti. Qui l’unità prevale sulla competizione. Le svariate piccole aziende nascono il più delle volte dalla forza di volontà di operai con elevata conoscenza tecnica che si sono trasformati da dipendenti ad imprenditori. Le piccole aziende diventano così i pilastri di un’economia in rapida ascesa. Collaborazione e specializzazione sono due chiavi del successo per la formazione del distretto dell’occhiale.

armonia di competenze

La caratteristica distintiva del distretto è che alla base c’è il concetto di filiera integrata. Le diverse aziende artigiane si specializzano in una singola fase o microfase dell’intero processo produttivo. La produzione in questo modo viene mantenuta elastica in grado di rispondere molto rapidamente a variazioni repentine di domanda. Flessibilità ed efficienza sono necessità indispensabili.  

Cosa significa tutto ciò? 
Nel cadore troviamo oggi aziende specializzate per esempio solo in componentistica, specializzate esclusivamente in una ben determinata lavorazione dell’occhiale e ancora che si dedicano alla costruzione di astucci e scatole. Potremmo definire il distretto dell’occhiale semplicemente autonomo in tutta la filiera di produzione.

lucidatura occhiale in cadore

Foto: https://www.occhialeriabellunese.it/